In questo capitolo sono state analizzate le varianti del compatibilismo — la concezione secondo la quale il determinismo causale non ostacola la libertà (e, secondo alcuni autori, ne è addirittura condizione necessaria). Abbiamo però visto che tale concezione incontra alcune gravi difficoltà, che non sembra in grado di risolvere. In questo senso, in primo luogo abbiamo considerato le insoddisfacenti proposte dei compatibilisti per rendere conto in termini condizionali di una componente essenziale della libertà: la possibilità di fare altrimenti. In secondo luogo, abbiamo analizzato il cosiddetto ‹Consequence Argument›, secondo il quale il determinismo ha implicazioni incompatibili con la libertà. Infine, abbiamo discusso l’autorevole, ma infruttuoso tentativo operato da Donald Davidson di sviluppare una filosofia della mente adeguata al compatibilismo. La conclusione di questa discussione è stata che, come teoria della libertà, il compatibilismo non offre certo prospettive migliori del libertarismo.
In tal modo, entrambe le concezioni classiche della libertà si dimostrano inadeguate. Non sorprenderà, perciò, che negli ultimi anni attorno all’idea stessa di libertà si siano andate addensando nubi minacciose. Il prossimo capitolo sarà dedicato dunque alla recente, rapida ascesa di posizioni di impronta scettica.
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K E Y W O R D S
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[] M. D e C a r o, ‹I l l i b e r o a r b i t r i o …›, L a t e r z a, 2 0 0 4.
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