- ‹Premessa 5›. È conseguenza della tesi secondo la quale nessun essere umano può falsificare una proposizione che esprime uno stato passato dell’universo: il passato, infatti, è ‹inalterabile›. Tuttavia, a qualche compatibilista potrebbe forse venire la tentazione di usare l’analisi condizionale per sostenere che, in un certo senso, un agente ‹avrebbe potuto› agire in modo di cambiare almeno il ‹proprio› passato: nel caso di Cesare, ad esempio, se egli avesse rifiutato la nomina a triumviro non si sarebbe trovato a passare il Rubicone con le truppe in armi. Questa strategia, però, si baserebbe su un fraintendimento: il punto, infatti, è che la proposizione 𝑃0 esprime lo stato dell’universo in un istante passato ‹qualsiasi›. Così, nell’esempio di Cesare ho scelto un istante passato che precedette di 150 anni quello della sua nascita (ma avrei potuto scegliere un qualunque momento precedente, fino al momento della nascita dell’universo). Che cosa avrebbe mai potuto fare Cesare per falsificare una proposizione che descrive il mondo in un istante di molto precedente la sua nascita?
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K E Y W O R D S
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[] M. D e C a r o, ‹I l l i b e r o a r b i t r i o …›, L a t e r z a, 2 0 0 4.
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