In questa autorappresentazione narrativa si trova forse anche la chiave del problema che mi appassiona: il monoteismo e il linguaggio della violenza. Per quale motivo i testi biblici descrivono la fondazione e l’affermazione della religione monoteista con immagini tanto brutali? Sull’idea monoteista, che dovrebbe essere esclusivamente adorazione di un unico Dio anziché di una pluralità di dèi, o sulla distinzione tra vera e falsa religione, tra vero e falso Dio, grava forse qualcosa di violento?
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[] J. A s s m a n n, ‹N o n a v r a i a l t r o d i o› (2 0 0 6), i l M u l i n o, 2 0 0 7.
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