Nel monoteismo il ricordo ritorna al padre originario dell’orda primigenia, ucciso e tuttavia subito idolatrato come totem, e con ciò ritorna anche, nella forma sublimata della «religione del padre», anche la violenza paterna che richiede obbedienza e amore assoluti, e in segno di questi la circoncisione, un simbolo appena velato della castrazione originaria [12]. La violenza liberata da questo ritorno del rimosso si ripercuote all’interno sopraffacendo il pensiero logico, la cui «costrizione» è messa fuori gioco dalla costrizione più forte che la nuova religione impone.
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NOTE
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[12]. Per il significato della circoncisione nella semantica monoteista della violenza e del peccato vedi F. Maciejewski, ‹Psychoanalytisches Archiv und jüdisches Gedächtnis. Freud, Beschneidung und Monotheismus›, Wien, Passagen-Verlag, 2002.
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[] J. A s s m a n n, ‹N o n a v r a i a l t r o d i o› (2 0 0 6), i l M u l i n o, 2 0 0 7.
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