• Parlare d’arte significa parlare di immagini. Ma già nell’antica Grecia scattò la condanna delle immagini da parte dei filosofi. Platone sosteneva che l’arte è «ombra di ombra», in quanto copia della realtà è inautentica, ingannatrice. Diffidava delle immagini, privilegiando il ‹logos› e la ‹phonè› che poi sarà il Verbo. Il ‹logos› occidentale e il monoteismo sono stati alleati nella guerra contro le immagini?
Direi di sì e l’iconoclastia è massima nel cristianesimo. Continuando il discorso che facevamo prima, mi viene in mente ma vuoi vedere che la pittura, l’immagine, il disegno hanno a che fare con il rapporto della madre con il bambino? La pittura emerge quando la madre gioca con il bambino e sporca le pareti. È quello che mi succede adesso quando vengono le nipotine, vogliono disegnare, dammi un foglio, un foglio, mi rompono tutte le matite, le penne. C’è questo gioco che poi, per doti misteriose come quelle di Leonardo o di Giotto o che so io, fa quelle immagini straordinarie. L’iconoclastia è legata a tutto questo. Anche dal nostro punto di vista psicologico, la donna è un diverso, che è l’immagine interiore. Quindi l’immagine va cancellata. A partire dagli ebrei, per continuare con Platone, con il cristianesimo e continuare tutt’ora con l’Islam. È chiaro? Perché c’è questo diverso, misterioso. Voi fate figli e l’uomo non ha nessuna possibilità di farli, non è una questione di dipingere soltanto, quello — uno dice — lo posso fare anche io. È una diversità assoluta, totale, che probabilmente ha separato l’uomo che è diventato violento.
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[] S. M a g g i o r e l l i, ‹A t t a c c o a l l’ a r t e›, L’ A s i n o d’ o r o, 2 0 1 7.
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