È un discorso lungo migliaia di anni, nel fare i bambini da parte della donna ci hanno visto una creatività. Loro facevano le sculture e la donna faceva i bambini. Prima pensavo che questa scissione fosse avvenuta con il linguaggio articolato. Ci sono le prove. Da Paolo di Tarso in poi c’è questa idea: la donna non doveva più parlare. Parla soltanto l’uomo. Ci sono ancora oggi tracce di tutto questo. All’inizio c’era l’urlo per spaventare le belve e i nemici, poi diventò linguaggio articolato. Viene da pensare che lì ci sia la radice della scissione fra maschio e femmina tutt’ora presente. Sta nella religione, sta nel ‹logos› occidentale, non c’è l’uguaglianza. Invece la nostra scoperta fondamentale dice che la dinamica della nascita è uguale per tutti, è assolutamente identica, per l’uno e per l’altra. Poi si differenziano. Quando accadde non capirono il diverso, non lo hanno accettato. Per cui poi nella storia la donna è sempre vista come pericolosa, non si difende, viene presa come preda. È motivo di guerra la sessualità, la rivalità. Fino al punto — c’era l’altro giorno sul giornale — che lui per gelosia l’ha bruciata viva. Terribile… La storia del possesso delle donne deve essere comparsa quando è comparso il linguaggio articolato e quando è venuta fuori la creatività. Per cui poi hanno proibito alle donne di dipingere, c’è stato qualcosa per cui l’hanno fatta diventare schiava, si è cominciato a pensare che le donne devono obbedire, fare le cose per la sopravvivenza, allevare i figli. Perché poi l’uomo si organizza nei gruppi in guerra e la donna doveva fare figli, anche perché morivano in molti, su venti ne morivano quindici, non reggevano. Dall’altra parte c’è la genialità, questa cosa che viene da dentro e non si sa come e non si sa perché. C’era un articolo sul giornale che parlava di un ragazzino geniale. Il genio ha velocità del pensiero, idee nuove, come e perché non si sa mica. Non credo assolutamente che possa dipendere dall’ippocampo, dai neuroni o dalla serotonina, perché c’è qualche altra cosa che si forma in questa origine della mente, alla nascita. Poi c’è un’evoluzione, essendo la mente fusa al corpo, poi diventa differente. Che altro dire? Il resto sono tutte fantasticherie su quel che può essere accaduto un giorno lontano…
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[] S. M a g g i o r e l l i, ‹A t t a c c o a l l’ a r t e›, L’ A s i n o d’ o r o, 2 0 1 7.
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