[⇐] Per attestare il fenomeno ci si riferisce a fonti molto diverse, archeologiche e letterarie. Ciò che la Bibbia presenta come la ricaduta in un paganesimo da tempo superato va inteso in verità come la normale e ufficiale religione di Israele, dalla quale il monoteismo si sviluppò lentamente sotto la pressione delle catastrofi politiche succedutesi dall’VIII al V secolo a.C. Le fonti archeologiche testimoniano del fatto che in Israele erano senz’altro presenti più dèi, mentre le fonti letterarie fanno presumere che l’esistenza di altre divinità non solo non fosse messa in discussione ma fosse anzi ampiamente riconosciuta, e che quindi l’Antico Testamento non trattasse di monoteismo ma di monolatria. Sembra addirittura che nell’Antico Testamento l’esistenza di altri dèi sia ampiamente presupposta e riconosciuta, se si vuole che la gelosia divina, l’accusa di infedeltà, persino la «prostituzione» con altri dèi e la continua esortazione alla fedeltà abbiano un senso pregnante. Si può dunque affermare che il monoteismo vero e proprio si articolò in Israele solo a partire dal Secondo Isaia, imponendosi soltanto molto più tardi.
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[] J. A s s m a n n, ‹N o n a v r a i a l t r o d i o› (2 0 0 6), i l M u l i n o, 2 0 0 7.
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