Da che parte iniziare? Direi di metterci in primo luogo d’accordo su quel che vogliamo intendere per monoteismo. Il monoteismo si presenta nella storia in due sembianze. La prima si può ridurre alla formula che dice: «tutti gli dèi sono un unico dio»; la seconda alla formula che recita: «nessun altro dio all’infuori di Dio!». La prima forma, presente nei testi egizi, babilonesi, indiani e in quelli dell’antichità greco-romana, la chiameremo «monoteismo inclusivo». Come si espresse una volta Cliver S. Lewis, esso rappresenta non il contrario del politeismo, bensì il suo stadio maturo [6]. Tutte le religioni politeistiche conducono da ultimo alla prospettiva che tutti gli dèi siano uno.
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NOTE
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[6]. Cfr. C.S. Lewis, ‹L’allegoria dell’amore›, Torino, Einaudi, 1969.
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[] J. A s s m a n n, ‹N o n a v r a i a l t r o d i o› (2 0 0 6), i l M u l i n o, 2 0 0 7.
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