• La fondamentale distinzione fra raffigurazione del ricordo cosciente e creazione di immagine permette di rintracciare nella storia dell’arte una ricerca che ha avuto un’evoluzione. Quali sono stati i passaggi?
Si è passati dalla rappresentazione del percepito, cosa abbastanza facile, all’espressione del volto umano. Passare dalla rappresentazione della natura non umana, cioè paesaggi, alberi, case, compreso il tentativo di dare un senso o addirittura un movimento agli oggetti inanimati della realtà (le case in Utrillo, per esempio), quindi si è arrivati alla rappresentazione della figura umana. Dapprima, centomila Madonne. Nel cristianesimo, nei primi mille anni, non c’era rappresentazione della donna. Era, appunto, soltanto Madonna. La rappresentazione della donna comincia dopo il Quattrocento con il Rinascimento. Dopo il Quattrocento, con Tiziano in maniera particolare, poi con Correggio, i Carracci eccetera. Un cardine è stato Leonardo con la storia della ‹Gioconda›, con quel ritratto che… non è più un ritratto. Come lo vuoi chiamare? Non ci sono le parole. Immagine, movimento, espressione… per cui sarà stata Pia dei Tolomei o un’altra dama, le ipotesi sono più di cento, ma in verità non c’è la riproduzione del percepito. Quel dipinto non è la descrizione delle fattezze del volto.
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[] S. M a g g i o r e l l i, ‹A t t a c c o a l l’ a r t e›, L’ A s i n o d’ o r o, 2 0 1 7.
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