Nei secoli, tantissimi sono stati i tentativi di cercare le chiavi perdute dell’arte del Paleolitico superiore in una sua presunta funzione pratica: rituale di caccia, funzione cosmogonica ecc., fino all’eccesso delle letture di tipo religioso-sciamanico che descrivono le pitture rupestri come trascrizioni di allucinazioni favorite dalla trance e da stati alterati di coscienza. È questo il caso della molto propagandata teoria di Jean Clottes che sembra negare totalmente l’eccezionale talento degli artisti della preistoria, riducendo le loro emozionanti espressioni a manifestazione patologica, che, in quanto tale, appare bizzarra, strana, ma priva di originalità creativa e di ogni valenza universale.
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[] S. M a g g i o r e l l i, ‹A t t a c c o a l l’ a r t e›, L’ A s i n o d’ o r o, 2 0 1 7.
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