Copernico • 2. La formazione… e la Scuola di Cracovia (12)

  •  B a r o n e  (1 9 7 7)  •  O p e r e  d i  N i c o l a  C o p e r n i c o  •  I n t r o d u z i o n e  • 

Che la mente di Copernico abbia recepito allora gli stimoli che venivano dalle lezioni di astronomia tecnica e da quelle sulla fisica e la metafisica aristoteliche, per prescindere ora dall’atmosfera pur presente dell’umanesimo, è non soltanto possibile ma verosimile. Ma non credo che ciò autorizzi a sostenere la tesi oggi assai diffusa tra gli studiosi polacchi e che può essere sintetizzata efficacemente con le parole di Grażyna Rosińska: «Copernico è il prolungamento della tradizione cracoviense» [46]. Un prolungamento non comporta alcuna profonda differenziazione, vuol dire procedere nella stessa direzione e non introdurre novità decisive: se il ‹De Revolutionibus› costituisse effettivamente il mero «prolungamento» dei temi della scuola di Cracovia — a parte il fatto che, in tal modo, aumentando il «valore» di questa, si sminuirebbe il «valore» di Copernico — non ci sarebbe alcuna «rottura» con una tradizione secolare e diventerebbe difficile comprendere come così rapidamente questa funzione di rottura venne sentita dai contemporanei, e non solo secondo il «giudizio del volgo» e dei «chiacchieroni», ma proprio da quei tecnici a cui egli apparteneva e per cui aveva scritto il suo lavoro: «mathemata mathematicis scribuntur» [47]. Molti elementi culturali presenti nell’opera di Copernico sono magari anche frammentariamente rintracciabili nelle opere a stampa e nei manoscritti dei maestri della scuola di Cracovia e nell’abbondantissimo materiale di libri e manoscritti astronomici accumulati nella Biblioteca Jagellonica (traduzioni latine di testi arabi, testi di autori latini medievali, tavole astronomiche, testi su la [sic!] costruzione e l’uso di strumenti) [48]: ma non credo che ciò basti per negare alla «sintesi» attuata da Copernico, e che ha un indubbio forte carattere unitario, un ‹novum› concettuale non reperibile affatto nelle opere della tradizione cracoviense, da cui pur egli ricevette suggestioni oltre che una solida preparazione di base.

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NOTE
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[46]. G. Rosińska, ‹Discussion› su ‹L’école astronomique de Cracovie› cit., p. 94.

[47]. ‹Nicolai Copernici De Revolutionibus› cit., p. 3, r. 10; p. 5, r. 32 e r. 39-40.

[48]. Cfr. P. Czartoryski, ‹L’école astronomique› cit., p. 39.

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[]  F.  B a r o n e  (a  c u r a  d i),  ‹O p e r e  d i  N i c o l a  C o p e r n i c o›,  U T E T,  1 9 7 9.
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