Si citano spesso alcune frasi del ‹Commentariolum› di Alberto da Brudzewo, che del resto sono anche reperibili, nel loro significato, in altri testi medievali; come, ad esempio, «Non c’è bisogno dell’equante»; «Non si trova alcunché nei libri dei matematici [cioè degli astronomi tecnici] per provare gli eccentrici e gli epicicli»; «Infatti l’equante non serve per il moto della sfera reale, essendo un circolo immaginario, ma serve per il lavoro astronomico, ossia il calcolo delle Tavole, le quali vengono calcolate secondo i principi e le conclusioni matematiche» [49]. Ma si può affermare che «tali asserzioni furono sufficienti a causare nella mente di Copernico la convinzione delle inconsistenze nei sistemi geocentrici esistenti» [50]? È una palese forzatura, dal momento che tali frasi riecheggiano soltanto la polemica condotta da Averroè (nei suoi estesissimi commenti al ‹De caelo› e ai libri della ‹Metaphysica›), in difesa della teoria aristotelica delle sfere omocentriche, contro la teoria tolemaica degli eccentrici e degli epicicli: la polemica era nota da secoli ed altrettanto lunga era, come vedremo meglio tra poco, l’opposizione tra aristotelici e tolemaici. Ma tutto questo, nemmeno nella scuola cracoviense aveva minimamente inficiato la convinzione circa la validità del geocentrismo o geostaticismo ch’era del resto tesi comune degli opposti orientamenti. Copernico, al pari di tanti altri astronomi che lo avevano preceduto, che erano suoi contemporanei e anche, per un certo tempo, lo seguirono, poteva benissimo prendere atto di tale divergenza e della spiegazione secolare ch’era stata escogitata per essa, quasi a placarla ed esorcizzarla, senza per ciò rinunciare alla dottrina dell’immobilità della terra: poiché invece ebbe il coraggio intellettuale di pensare la rinuncia e svilupparla in tutte le sue conseguenze, ciò vuol dire che in lui v’è un salto e un mutamento di direzione rispetto alla tradizione: anziché di «prolungamento» si tratta di un «di più» su cui è opportuno fermarsi a riflettere.
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NOTE
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[49]. L.A. Birkenmajer, ‹Stromata Copernicana› cit., pp. 91-2; cit. da E. Rybka, ‹On the Origin and Development› cit., p. 164.
[50]. E. Rybka, 𝑜𝘱. 𝑐𝑖𝑡., p. 164.
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[] F. B a r o n e (a c u r a d i), ‹O p e r e d i N i c o l a C o p e r n i c o›, U T E T, 1 9 7 9.
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