Non mancano, del resto, nei libri «tecnici» del ‹De Revolutionibus› altre aperture sulle più profonde convinzioni del loro autore e sulla sua originalità rispetto alla tradizione. Già ho accennato, parlando del procedimento degli eccentrici e degli epicicli usato da Tolomeo, all’equivalenza matematica (geometrica) di un sistema eccentrico o di un sistema epiciclico per «salvare le apparenze» [110]. L’uso di queste tecniche alternative è considerato come esempio tipico della mentalità puramente calcolatoria degli astronomi tecnici: si può optare per l’una o per l’altra di esse secondo motivi di convenienza proprio perché è irrilevante la questione di una corrispondenza reale dello strumento matematico. Orbene, Copernico è perfettamente al corrente di questi usi dei ‹mathematici› e più volte nel ‹De Revolutionibus› usa entrambe le tecniche — ad es., nei capitoli 15 e 20 del libro III, ove tratta delle ineguaglianze del moto apparente del sole, cioè del moto di rivoluzione della terra; nel capitolo 3 del libro IV, a proposito del moto della luna; nel capitolo 4 del libro V circa l’ineguaglianza dei moti propri di Saturno, Giove, Marte e Venere — e si richiama alla loro equivalenza, scegliendo secondo la convenienza o il riferimento alla tradizione. Considerata in astratto, quindi, la posizione di Copernico pare confermare la convinzione di chi [111] scorge in questo fatto una tipica esemplificazione di certe sue mere inclinazioni tecnico-calcolatorie. La questione, vista più concretamente, sta tuttavia in termini differenti. Non c’è da stupirsi che Copernico si serva dell’armamentario tecnico dei ‹mathematici›: sarebbe invece strano il contrario, dal momento ch’egli vuole sintetizzare alcune istanze sia dei ‹mathematici› sia dei ‹naturales›. Ma proprio per ciò non può accettare quel mero strumentalismo pragmatistico che i primi hanno nei confronti del proprio armamentario. [⇒]
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NOTE
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[110]. Si veda, ad es. Tolomeo, ‹Almagesto›, libro III, cap. 3 (ed. di J.L. Heiberg della ‹Syntaxis mathematica›, Leipzig, 1898-1903, vol. I, pp. 216-7). Cfr. le illustrazioni grafiche di tale equivalenza in E. Rosen, ‹Three Treatises› cit., pp. 37-8, e in ‹Introductions à l’astronomie de Copernic› cit., pp. 51-2.
[111]. Cfr. A. Armitage, ‹Copernicus› cit., p. 85. Si veda anche la precedente nota n. 99.
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[] F. B a r o n e (a c u r a d i), ‹O p e r e d i N i c o l a C o p e r n i c o›, U T E T, 1 9 7 9.
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