[⇐] L’immagine di un universo a due sfere (la terra circondata dalla sfera delle stelle fisse) [73] poteva ancora, ad esempio, fungere da modello per l’apparente moto solare lungo l’eclittica da ovest ad est, il quale fa sorgere e tramontare il sole in punti diversi ogni giorno lungo il corso dell’anno e determina le stagioni; ma non poteva spiegare i movimenti più complicati degli altri pianeti i quali alternano moti in una direzione a fermate ed a moti in direzione opposta. Così Eudosso, per risolvere questo problema, con grande genialità matematica [74], escogitò per ogni pianeta un sistema di sfere omocentriche, ruotanti sempre con moto uniforme, ma con diversa velocità e diversa inclinazione degli assi, tale da poter rappresentare — salvo restando il paradigma della circolarità e uniformità dei moti — le apparentemente irregolari progressioni, stazioni e retrogradazioni dei pianeti. Eudosso, tuttavia, non cercò la causa di queste rotazioni, né se le sfere avessero un’esistenza reale nello spazio, né, quindi, di che cosa fossero costituite: tutto ciò non aveva alcuna rilevanza per i suoi scopi puramente cinematici, che rimasero da allora caratteristici del tipo di ricerca esercitato dai ‹mathematici›. E nemmeno egli fece delle sfere omocentriche un sistema unitario: il sistema matematico di sfere escogitato per ciascun pianeta non aveva alcuna relazione con i sistemi degli altri pianeti; e ciò è un’evidente semplificazione fatta ai fini del calcolo, mentre si lascia da parte l’aspetto di modello cosmologico che invece era in qualche modo presente nella concezione dell’universo a due sfere. Sulla stessa linea di Eudosso si mosse anche Callippo (prima metà del sec. IV a.C.), che migliorò il procedimento delle sfere omocentriche.
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NOTE
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[73]. Per maggiori particolari sull’universo a due sfere e i fenomeni da esso spiegati cfr. T. Kuhn, ‹The Copernican Revolution› cit., cap. I. Il cap. II è dedicato al «problema dei pianeti», detto anche secondo la tradizione classica «il problema di Platone».
[74]. Cfr. Giovanni Virginio Schiaparelli, ‹Le sfere omocentriche di Eudosso, Callippo e Aristotele› (1875), in ‹Scritti sulla storia dell’astronomia antica›, I, Bologna, 1925.
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[] F. B a r o n e (a c u r a d i), ‹O p e r e d i N i c o l a C o p e r n i c o›, U T E T, 1 9 7 9.
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