Il linguaggio silenzioso delle immagini è sempre stato guardato con sospetto nella storia occidentale. E in ogni caso considerato inferiore, rispetto a quello cosciente e articolato che si esprime attraverso la ‹phonè›. Nonostante secoli di pittura e di scultura, nonostante tanti artisti geniali, il linguaggio per antonomasia è sempre stato quello verbale o, al più, la scrittura. Così affermano la storia della filosofia e i tre monoteismi. Tanto che, in epoche diverse, il linguaggio delle immagini è stato ripetutamente attaccato per motivi ideologici e religiosi. Ne è stato negato il valore umano universale; è accaduto fin dalla nascita del ‹logos› che con Senofane ostracizzava le figure della mitologia e con Platone condannava la pittura come falsificante calco del vero.
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[] S. M a g g i o r e l l i, ‹A t t a c c o a l l’ a r t e›, L’ A s i n o d’ o r o, 2 0 1 7.
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