Considerazioni analoghe, del resto, si possono fare anche per ciò che concerne l’influsso su Copernico dei fermenti innovatori negli studi cracoviensi di «filosofia della natura». Già nella prima metà del secolo, com’è provato dai manoscritti posseduti dalla Biblioteca Jagellonica e dalle ricerche recenti su di essi [51], i filosofi tardomedievali più noti a Cracovia, per quanto riguarda lo studio della natura nel senso aristotelico della fisica erano Giovanni Buridano ed i suoi seguaci, come Nicola Oresme, Alberto di Sassonia, Marsilio da Inghen e via di seguito: così, molti maestri cracoviensi scrissero commenti ai libri fisici di Aristotele alla luce della teoria dell’‹impetus› e spesso come fautori di questa nuova teoria del moto di Buridano. «Ed è certo possibile, se non probabile, che Copernico sia venuto a conoscenza della ‹quaestio› parigina sulla rotazione della terra durante i suoi studi a Cracovia» [52]: non è infatti immaginabile che in tanto interesse per la scuola parigina non fosse giunta a Cracovia anche notizia della possibilità di una rotazione terrestre e di una immobilità del cielo delle stelle fisse sostenuta da Nicola Oresme in ‹Le livre du ciel et du monde› [53]. [⇒]
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NOTE
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[51]. Cfr. M. Markowski, ‹Burydanizm w Polsce› cit. e P.W. Knoll, ‹The Arts Faculty› cit., 149-52.
[52]. Marshall Clagett, ‹The Science of Mechanics in the Middle Ages› (1959), trad. it., Milano, 1972, p. 631. Cfr. anche p. 702, ove sull’autorità del Michalski, ‹Les courants philosophiques à Oxford et à Paris Pendant le XIVe siècle›, Cracovie, 1922, si conclude (a proposito della teoria dell’‹impetus›) che «Copernico dev’essere certamente venuto a conoscenza di questa teoria all’epoca in cui fu studente all’Università di Cracovia nel 1491, e quindi prima di recarsi in Italia. Copernico tuttavia, [a giudizio del Duhem] si serve assai poco della teoria dell’‹impetus›, se pure se ne serve».
[53]. Per l’opera di Nicole Oresme, ‹Le livre du ciel et du monde›, si veda l’edizione, presso la University of Wisconsin Press, a cura di A.D. Menut e A.J. Denomy (Madison, 1968).
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[] F. B a r o n e (a c u r a d i), ‹O p e r e d i N i c o l a C o p e r n i c o›, U T E T, 1 9 7 9.
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