Copernico • 5. Copernico e il Rinascimento (2)

  •  B a r o n e  (1 9 7 7)  •  O p e r e  d i  N i c o l a  C o p e r n i c o  •  I n t r o d u z i o n e  • 

Di questo lungo soggiorno italiano conosciamo ben poco, anche se in occasione dell’ultimo centenario si sono infittite le ricerche in proposito [121]; ciò che sappiamo si fonda ancora sulla testimonianza del Retico nella ‹Narratio prima[122], il quale ci dice che a Bologna Copernico fu «non tam discipulus quam adiutor et testis observationum doctissimi viri Dominici Mariae [Novara]» e che a Roma, nel 1500, quand’era ventisettenne, Copernico fu «professor mathematum», cioè tenne lezioni di astronomia, «in magna scholasticorum frequentia et corona magnorum virorum et artificum in hoc doctrinae genere». Poiché Retico queste notizie, di cui la seconda è abbastanza vaga, le apprese dalla viva voce di Copernico, ciò ha un notevole significato, non tanto per i fatti specifici, quanto piuttosto perché Copernico ci teneva a far sapere che anche durante il soggiorno in Italia, motivato da ragioni di studio del tutto diverse, egli aveva un interesse prevalente per le ricerche astronomiche. E ciò, mentre convalida la supposizione che egli sentisse il «suo problema» sin dai tempi di Cracovia, ci indica anche la direzione in cui egli lo indagava per trovarne una soluzione. È molto probabile che nella mente di Copernico la soluzione, quale noi conosciamo attraverso il ‹Commentariolus› e il ‹De Revolutionibus› si sia venuta formando molto lentamente e che ad essa abbiano contribuito, in un modo che si può solo congetturare, tutti quei fermenti culturali dell’umanesimo italiano ch’egli ora sentiva vivere attorno a sé con una ricchezza incomparabilmente più grande che in Polonia. Ma le congetture sugli influssi di tali fermenti possono mantenere un equilibrio senza forzature solo se si tiene presente il tema unitario che guida e regola il pensiero di Copernico.

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NOTE
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[121]. Cfr. soprattutto B. Biliński, ‹Alcune considerazioni su Niccolò Copernico e Domenico Maria Novara (Bologna, 1497-1500)› cit., e ‹Tradizioni dell’astronomia polacca a Roma› cit.

[122]. Cfr., ad es., l’edizione della ‹Narratio prima› del Retico nell’ediz. di Varsavia del 1854 del ‹De Revolutionibus›, p. 490; si veda anche l’ediz. della ‹Narratio› nell’ediz. di Basilea (1566) del ‹De Revolutionibus› (rist. fototipica della copia con commenti manoscritti di Tycho Brahe), Praga, 1971, pp. 197-8.

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[]  F.  B a r o n e  (a  c u r a  d i),  ‹O p e r e  d i  N i c o l a  C o p e r n i c o›,  U T E T,  1 9 7 9.
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